"Riportare la gioia vera in questa piazza". La promessa mantenuta del capitano

30.05.2022

Minuto 80 di Novoli-Tricase. Quando si alza la lavagnetta col numero 8, sul Cezzi sembra calare un'aura quasi mistica, di calore umano, di riconoscenza e d'affetto senza campanili. Gianni Marasco, il capitano di tante battaglie, questa finale pareva non la dovesse giocare proprio dopo un bruttissimo infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi dall'inizio del 2022. Eppure, a testa bassa e con tanto cuore, come una delle tante volte in cui ha lasciato il segno, si è ripreso quel posto lì nel mezzo, stringendo i denti e raggiungendo un recupero insperato. In fondo, come ogni capitano vero, non poteva lasciare orfani né i suoi compagni né i suoi tifosi: voleva giocare la partita più importante di questa stagione, sfidando il destino ma rispettandolo al tempo stesso. Lo stesso rispetto che, avviandosi verso la panchina quasi fosse il traguardo in cima a una lunghissima salita, si è materializzato nel bollente pomeriggio di un'altra pagina di polvere e passione nel libro degli 80 anni: quello dei suoi compagni, quello degli avversari e quello del suo pubblico. Tutto in un applauso forte e lungo. Non si sa se sarà l'ultima, come lo stesso centrocampista ha detto in un suo post di ringraziamento. Sicuramente quel momento resterà il tributo vissuto a un uomo, a un calciatore e a un novolese acquisito. Un grazie sentito, un omaggio dovuto.

Cinque anni dopo. Per chi ha vissuto le emozioni indimenticabili di Putignano, gli anni bellissimi dell'Eccellenza da protagonisti, la delusione della retrocessione e gli sforzi per tentare di riprendersi, sul campo, quella piazza d'onore...questo campionato ha un sapore ancora più dolce?
Questo campionato ha un sapore unico. Purtroppo questi ultimi anni, tra pandemia e altri problemi, abbiamo disputato campionati non all'altezza di quello che meritava il paese e la società. Finalmente siamo riusciti a far gioire i nostri tifosi, un aspetto che vale tanto per chi come me ci teneva particolarmente: da quando indosso la fascia di capitano sento addosso il peso di tanti fattori, la responsabilità di tutto il gruppo, i rapporti. Questa stagione che porterò per sempre nel mio cuore è stata particolare sotto tanti punti di vista, ma la vittoria finale ha dato ragione a chi non si è mai arreso.

Una stagione partita in salita, poi un percorso da squadra forte, da gruppo unito. Merito alla guida tecnica, al lavoro di testa di mister Marangio e staff, ma anche al giusto mix dello spogliatoio: veterani con tanto ancora da dire e giovani volenterosi. É stato questo il segreto?
La stagione non è partita nel migliore di modi, è vero. Il cambio dell'allenatore è stata la svolta, non parlo solo di numeri e di successi: mister Marangio è stato bravo a gestire da subito lo spogliatoio, che come ogni gruppo ha i suoi problemi e le sue “teste calde”, io per primo. Insieme allo staff si è creata un'alchimia che, man mano si è perfezionata: il gruppo degli under hanno dimostrato di voler e sapere lavorare per crescere, quello dei senior di riuscire a trasformare la voglia di vittoria in energie positive per tutto l'ambiente. Un bel mix, una grande famiglia, da quando abbiamo capito questo abbiamo iniziato un percorso bellissimo. Una menzione speciale io la voglio fare alla “vecchia guardia”, sarò di parte. Abbiamo dimostrato con i fatti che volevamo dare il contributo alla causa Novoli, superando tutte le negatività e le parole che gli anni scorsi non ci hanno permesso di farlo. Un grazie da capitano lo devo a ogni componente di questo gruppo!

Domanda personale. Dopo due anni di pandemia, di stop forzati, la grande paura del tuo infortunio sul finire di stagione. Lo sai che sospiro di sollievo hanno tirato i tifosi rossoblù quando ti hanno rivisto in campo?
Posso immaginare la premura dei miei tifosi, sinceramente mi fa piacere perchè significa che ho fatto il mio dovere in questi anni. Se c'è gente che mi apprezza sia come giocatore che a livello umano mi riempie d'orgoglio, motivo per cui ho sempre sudato la maglia rossoblù. Non era facile dopo due anni di blocco dei campionati essere pronti: tra di noi c'era gente che ha vissuto questi campionati ininterrottamente per diversi anni, dunque questo stop si è fatto sentire maggiormente. Io, dopo l'infortunio, ho lavorato per cercare il recupero, ma nulla sarebbe stato possibile senza l'impegno della squadra a consolidare il secondo posto con vittorie e prestazioni importanti. Sono contento, certo, per aver concluso al meglio la stagione, ma devo dire grazie a chi mi ha supportato sempre e, specialmente, in quel periodo difficile.

Ripartiamo dall'applauso da brividi che ha accompagnato la tua uscita dal campo, nella finale play-off. Sai bene di essere un calciatore che è rimasto impresso nella mente di tanti tifosi, che ha scritto tante pagine di storia nel libro di questi 80 anni, un capitano vero che ha sempre onorato la maglia. Nel tuo futuro cosa c'è?
Era preso da un misto di emozione e fatica, il caldo e la posta in palio di una gara tirata, condizionata dal grave episodio sul finire del primo tempo che ha letteralmente spiazzato tutti. Non l'ho sentito perchè avevo in testa l'idea di dare supporto a chi restava in campo, all'80esimo era ancora tutto in bilico, c'era anche tanta tensione. Mi fa piacere, indubbio. Ma voglio condividerlo con tutto il gruppo, perchè ogni componente del gruppo ha fatto il suo per raggiungere questo traguardo e ognuno merita un posto d'onore nella storia di questa squadra. Il futuro, sinceramente, non lo conosco, deciderò nei prossimi mesi perchè ancora mi voglio godere l'obiettivo personale conquistato: riportare a Novoli e ai suoi tifosi il gusto della vittoria. Forse mi fermerò per impegni lavorativi, forse continuerò a divertirmi, forse uscirà qualcosa altro, ma oggi importa essere riusciti a fare quello che volevamo da tempo!

Novoli, 30 maggio 2022

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