Mister Cimarelli alla fine può sorridere. "La salvezza è merito di un gruppo che si è ritrovato"
La firma sulla salvezza del Novoli è (anche) la sua. Mister Cristian Cimarelli, nelle breve avventura con i rossoblù dopo l'esonero di Manco, ha dimostrato un valore singolare, fuori dall'ordinario: la capacità di sapere osservare e mantenere la calma in un momento cruciale della stagione. Una tenuta mentale che, anche per merito della sua carriera sul campo da professionista, è servita a tutto l'ambiente rossoblù. In silenzio, con la disciplina del lavoro quotidiano e senza proclami si è ripreso un gruppo e lo ha reso una squadra, quella squadra che poi sul campo ha voluto l'obiettivo con determinazione, senza indugi, oltre gli ostacoli che già puzzano di beffardo. Un lavoro importante, che tutti hanno notato ma che gli eventi frettolosi dell'ultima parte di stagione hanno tentato di oscurare. Merito suo, della sua visione di gruppo, della sua esperienza, del lavoro di staff tecnico con il prof. Luca Guido e dal preparatore dei portieri Derio Guadalupi.
1. Era difficile e un uomo di calcio come lei lo sapeva. In due mesi esatti che lavoro ha potuto svolgere? In quale campo ha dovuto lavorare maggiormente? É soddisfatto del suo lavoro e del rapporto con squadra e società?
Sicuramente era difficile, lo sapevo e lo immaginavo ma lo posso confermare. Dover subentrare è complicato, non è come quando si può programmare una stagione dal suo inizio, dalla costruzione del gruppo fino, non è come organizzare e adeguare le attività dall'inizio alla fine. In questo caso, peraltro, subentrare con la voglia e l'esigenza di dover raggiungere un obiettivo in poco tempo diventa quasi un assillo, che sicuramente non ha aiuta nella preparazione mentale delle gare. Io sono entrato in punta di piedi, ritengo che era fondamentale da subentrato cercare di capire quale era la situazione ambientale e di squadra: il lavoro più duro è stato quello di formare un gruppo, di inculcare una mentalità di squadra unitamente al lavoro tattico su cui c'era da lavorare molto. Sono soddisfatto del lavoro di tutti, anzi molto soddisfatto perchè può sembrare un lavoro semplice visto le 5 gare e il play out ma in realtà è stato molto duro rinvigorire un gruppo-non gruppo, come l'ho definito io, e lavorare su una logica di squadra, che al mio arrivo era totalmente assente. Per me è stato un aspetto fondamentale questo, perchè in 40 di calcio non mi era capitato di affrontare un difficoltà così netta. Io sono contento del lavoro con la squadra, del rapporto che sono riuscito a instaurare con i calciatori, il risultato finale ha premiato un lavoro che non è stato facile e che ci ha tenuto impegnati...certo, quando è finito tutto, è stato un peccato doversi fermare perchè potevamo migliorare e crescere ancora di più! Anche con la società ha avuto un rapporto speciale: hanno supportato me e la squadra in modo impeccabile in questi mesi, voglio ringraziare tutte le componenti, dai dirigenti al presidente, perchè la loro passione è un valore importante.
2. Da fuori, specie nelle ultime tre gare, si è vista una squadre volenterosa e determinata, un gruppo che sapeva soffrire ma anche pungere, facendo buon uso della palla e delle trame di gioco. Si è basato più sulle qualità dei singoli o su un'unità di squadra?
Forse mi ripeterò, ma parto dal concetto che il singolo che si deve mettere a disposizione della squadra. Nel calcio giocato da professionista fino a questa esperienza sulla panchina, infatti, questo è un contesto cardine della mia filosofia: è fondamentale il contesto di squadra, perchè calciatori capaci di vincere da soli ne abbiamo visti pochi se non uno solo, ovvero Maradona...Ho puntato sul gruppo, ho lavorato molto per spronarlo e creare un'unità di squadra, un'identità stimolando le qualità dei singoli, considerato che al mio arrivo questi valori non esistevano proprio.
3. Il risultato raggiunto, di certo, gratifica il suo lavoro nonostante periodi di difficoltà che hanno coinvolto tutto l'ambiente. A proposito di ambiente, che ne pensa di quello novolese? Da professionista, quali consigli può dare in vista della prossima stagione con il ritorno del girone unico?
Io ho giocato in piazza calde, nella mia esperienza ho vissuto tanti ambienti ma posso dire senza dubbio che la passione che ho respirato a Novoli mi ha sorpreso, in positivo. Perchè è una passione giusta, in molte piazze tante forme di passione si trasformano in cattiveria, specie quando arrivano i risultati negativi. In questi due mesi, di fronte a una situazione difficile, ho assistito diverse volte ai confronti propositivi con i tifosi, ho visto tanto sostegno che non è mai mancato, ho ascoltato solo massimo impegno e la maglia sudata, richieste più volte rivolta alla squadra. La ritengo una situazione unica e rara, una passione sana, un insegnamento per chi ama il calcio, dalla Serie A ai Dilettanti. L'attaccamento smodato è la cosa che contraddistingue Novoli, dal presidente all'ultimo tifoso, una passione che coinvolge e spesso è utile a risanare situazioni difficili o risultati negativi, che sono anche normali nel calcio. Ho pochi consigli per il futuro, ma penso che il girone unico credo sia la migliore soluzione come sempre è stata l'Eccellenza anche per rialzare l'asticella e il livello del calcio dilettantistico pugliese. Sarà certamente un campionato dispendioso a livello economico, ma calcisticamente parlando sarà di livello più alto per cui è importante la programmazione e l'organizzazione.
4. A proposito di futuro...
Ci sarà tempo, ma è sicuro che i matrimoni si fanno sempre in due. Da parte mia c'è la disponibilità per proseguire questo rapporto, ma sicuramente ci sarà la possibilità di incontrare la società e discutere del futuro, in quella sede si discuterà di organizzazione e confronteremo la mia visione con la loro idea. Se non dovesse esserci questa possibilità, li ringrazierò per questa opportunità come spero avverrà da parte loro, per il mio lavoro con il Novoli. La stima è reciproca e continuerà ad esserci.
Novoli, 06 maggio 2024